Variante 7112

Las Vegas, Nevada

23 Agosto 1943

La ragazza che siede sul cornicione del palazzo si chiama May “Mayday” Parker, e nascerà tra più di sessant’anni. Per questo motivo, anche se al momento indossa il proprio costume da Spider-Girl, il suo volto è scoperto: a che servirebbe una maschera?

Sono passate tre settimane da quando è stata rapita dal proprio tempo e scaraventata in una serie di avventure insieme agli Exiles. Due settimane da quando è rimasta intrappolata nel passato, ed ormai quasi una settimana da quando si è rifugiata in questa città.

Un ragazzo della sua età sale sul tetto. Al tempo stesso, in un certo senso è più vecchio di suo nonno.

-Un dollaro per i tuoi pensieri – scherza Bucky.

-Nel futuro non è un granché. Sai, l’inflazione e tutto il resto – risponde May. Nonostante il tono scherzoso, Bucky capisce subito che la ragazza ha appena finito di piangere.

-Ci sono buone notizie...i russi le hanno suonate ai nazi, vincendo la Battaglia di Kursk. Sembra che Zemo non sia tanto meglio di Hitler a scelte militari...

-Grandioso. Bucky, non sono troppo in vena di chiacchierare stasera...

-May, capisco che tu abbia nostalgia di casa; sono stato in guerra, ricordi? Ma vedrai che i tuoi amici verranno a prenderti da un momento all’altro.

-Se stai cercando di sollevarmi il morale, apprezzo il tentativo ma è una causa persa – scuote la testa May – Ma qualcosa dev’essere andato storto. La lettera che abbiamo spedito una settimana fa a Reed Richards dovrebbe già essere arrivata.

-Sarebbe il tuo amico del futuro con la macchina del tempo? La lettera non dovrebbe restare all’ufficio postale per sessant’anni, prima di essere consegnata?

-Sì, ma nella lettera ho scritto che sono la figlia dell’Uomo Ragno, intrappolata nel passato, e di tornare a prendermi il 15 Agosto 1943, al New Frontier di Las Vegas. Forse il dottor Richards non ha mai costruito una macchina del tempo in questa realtà, o la lettera è stata persa, o chissà cos’altro...

-D’accordo, il tuo piano non ha funzionato, ma possiamo tentare qualcos’altro. Nessun altro ha una macchina del tempo, da dove vieni?

-Nessuno di cui abbia l’indirizzo – alza le spalle May – Credo non ci sia più nessun modo per tornare a casa.

Bucky si siede sul cornicione, di fianco alla ragazza, appoggiandole la mano sulle spalle.

-Non ci arrenderemo finché non ti avremo rimandata a casa, Spider-Girl, te lo prometto.

-Chiamami May quando non ho la maschera. A proposito...Bucky, perché hai la maschera? Quassù non può vederci nessuno...e poi non copre più di un paio di occhiali!

May avvicina una mano per togliere la maschera a domino dal volto del ragazzo, che indietreggia per non lasciarglielo fare.

-Hey, devo proteggere la mia identità segreta! Alle ragazze piace l’aria da uomo del mistero!

Bucky afferra le mani di Spider-Girl prima che possano raggiungere la maschera, ed i due adolescenti si ritrovano in una lotta scherzosa ridendo senza un motivo.

Quando si fermano, restano a guardarsi negli occhi per un secondo, senza nessuna maschera. Poi si baciano.

“Questa è probabilmente una pessima idea” pensano all’unisono.

Ma nessuno dei due smette di baciare l’altro.

 

MARVELIT presenta

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Episodio 11 –

Esiliati

Parte 3: Il diavolo che conosci

Di Fabio Furlanetto

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Variante 13118

Isola dei Mostri, Triangolo delle Bermuda

Le gigantesche creature che popolano questo bizzarro luogo ignorano completamente la navicella invisibile, che schiva gambe e code grandi come grattacieli per entrare in un’enorme caverna.

Gli Exiles escono dalla nave invisibile, controllati a vista dai Vendicatori: Ciclope è pronto a rilasciare il visore, Wolverine ha rilasciato gli artigli, e Thor non toglie gli occhi da Kristoff.

-Questa è la base dell’Uomo Talpa, vero? – rompe il ghiaccio Miss Marvel.

-Era. Qualche anno fa cercò di conquistare il mondo di superficie e fu giustiziato da Namor – spiega la Ragazza Invisibile.

-Non sono sicuro che sia stata una buona idea portarli qui; potrebbe essere tutto un piano per localizzare la nostra base. Per quel che ne sappiamo, quello potrebbe essere il vero Dottor Destino – commenta Nick Fury.

-Dicoti ancora no, Fury. Tra le loro fila vi è Brunnhilde, scelta dal Padre di Tutti per guidare le Valchirie. Ella ha garantito per il ragazzo in armatura, e la sua parola è sufficiente per Thor.

-Visto? Non si può battere un “dicoti” di Thor. Portateci dal vostro capo – conclude Sharon Ventura.

-Sono già qui – interviene una voce che potrebbe dare ordini a un dio.

Gli Exiles non hanno molto da dire. L’uniforme bianca, rossa e blu parla da sola.

-Sono Capitan America, leader dei Vendicatori e della Resistenza Umana. Credo sia arrivato il momento di decidere da che parte state.

 

Variante 7112

Las Vegas, Nevada

24 Agosto 1943

May “Mayday” Parker si sveglia con un familiare pizzicore alla base del cranio. Il Senso di Ragno la sta avvertendo di qualcosa.

Si alza cercando di fare il meno rumore possibile, visto che Bucky sta ancora dormendo. Mentre recupera il proprio costume in mezzo ai vestiti gettati a terra, May pensa per la prima volta che essere così lontana da casa in fondo ha qualche vantaggio: se sapesse cosa è successo stanotte, suo padre sarebbe capace di appendere Bucky alla torcia della Statua della Liberà per qualche mese.

E adesso, si chiede May? Potrebbe essere bloccata nel passato per il resto della sua vita. Lei e Bucky sono praticamente dei fuggitivi, ma lui è pur sempre il braccio destro di Capitan America...potrebbero lavorare per il governo, forse, fondare i Vendicatori con sessant’anni di anticipo.

Indossato il costume, May fissa la maschera che tiene in mano. E’ stata Spider-Girl per le ultime tre settimane...non letteralmente, forse, ma di certo non è stata Mayday. Restare qui significherebbe perdere per sempre una parte della sua vita. Ma non può neanche continuare ad illudersi che qualcuno venga un giorno a soccorrerla.

-Spider-Girl, suppongo? – la chiama una voce maschile alle sue spalle, una voce che May non riconosce.

Con riflessi enormemente superiori rispetto a quelli di una ragazza normale, May afferra lo sconosciuto e lo scaglia contro il muro.

 

Variante 13118

Isola dei Mostri, Triangolo delle Bermuda

Ben nascosta nel sottosuolo, la base dei Vendicatori è sempre in piena attività. Gli strani umanoidi dalla pelle gialla, i talpoidi, sono praticamente ovunque: senza dire una sola parola, portano a termine i compiti a loro assegnati con servile efficienza. Del resto questa è solo la base principale, mentre la Resistenza è sparsa su tutto il pianeta: spetta ai talpoidi mantenere in perfette condizioni il sistema di comunicazione.

Nella sala riunioni, Capitan America sta mostrando agli Exiles una mappa dell’Impero di Atlantide...mappa che comprende tutte le terre di superficie. Mentre il resto del gruppo sembra più interessato al lungo elenco di eroi della Resistenza ad essere caduti, Capitan Marvel commenta:

-Trovo difficile credere che Atlantide abbia conquistato l’intero pianeta; la loro posizione è strategicamente debole, e non possono certo contare su di una forza militare sufficiente.

-Non ne aveva bisogno. Non grazie al Dottor Destino – puntualizza la Ragazza Invisibile.

Se Kristoff è colpito dall’odio nella sua voce, non lo da minimamente a vedere.

-La sua tecnologia ha disabilitato tutti i principali sistemi d’armi degli Stati Uniti, che sono stati i primi a cadere...forse gli altri stati si aspettavano che i super-eroi lo fermassero, o credevano che Namor si sarebbe accontentato – chiarisce Capitan America – Quando ha cominciato l’attacco alle altre nazioni, gli scienziati atlantidei avevano già perfezionato la tecnologia di Destino.

Sharon Ventura si accorge che Kristoff sta per rispondere all’affermazione; conoscendolo, e considerando le occhiate poco amichevoli che i Vendicatori gli stanno lanciando contro, si affretta a parlare.

-Quanto è stretto il controllo di Namor sul mondo di superficie? E’ un pianeta bello grosso e la popolazione di Atlantide è limitata, non può essere davvero ovunque. Dovranno esserci dei punti deboli da attaccare...

-E’ la stessa strategia che abbiamo adottato negli ultimi anni, effettuando attacchi mirati nelle nazioni su cui il suo controllo è più politico che militare. A questo punto, abbiamo costretto le forze atlantidee a disperdersi su tutto il pianeta...e tra i soldati umani, i simpatizzanti per la nostra causa sono moltissimi. Riteniamo che l’ultimo passo necessario sia infliggere una pesante sconfitta a Namor stesso: non otterremo una rivolta da parte della popolazione umana finché non dimostreremo che Namor non è invincibile.

-Sfortunatamente, Namor è abbastanza furbo da non esporsi più direttamente come un tempo – interviene Nick Fury – Ed ha lanciato una grande campagna mediatica per bollarci come terroristi. Considerando che ormai ha salvato il mondo da invasioni aliene, demoni ed altri conquistatori del mondo, Namor è un leader relativamente popolare; il fatto che la popolazione ci abbia già accusato del rapimento della regina Marrina non ci ha aiutato.

-Credo di aver capito il vostro problema. Non state pensando abbastanza in grande – risponde Kristoff.

E’ fin troppo evidente che i Vendicatori si stanno contenendo non poco per lasciarlo parlare, ma nessuno lo interrompe.

-Sconfiggete Namor e l’unico risultato che otterrete sarà galvanizzare i suoi sostenitori. Questa è una guerra: l’unico modo per vincere è distruggere completamente la volontà dell’avversario a continuare a combattere. Dato che non si può distruggere un’idea, specialmente se radicata nella popolazione per così tanto tempo, l’unico approccio possibile è un attacco militare concentrato.

-In altre parole vorresti... – interviene Miss Marvel, senza aver capito bene il punto del ragazzo.

-Distruggere Atlantide, naturalmente. Data la struttura sociale atlantidea e la personalità accentratrice di Namor, la struttura militare sarà fortemente localizzata.

-Vi abbiamo già pensato; invero, potrei colpire Atlantide con tutta la mia forza divina e ridurla in macerie – concede Thor – Ma che ne sarebbe dei mortali innocenti che vi dimorano? Non siamo mostri senza cuore come il vil Destino, ragazzo.

-Potrei ordinare agli atlantidei di evacuare la città – nota Persuasion.

-Credevo che i tuoi poteri non funzionassero sott’acqua – si ricorda Sharon Ventura.

-Sono pronta a scommettere che Kristoff sa come potenziarli temporaneamente. Dopotutto, Destino ci era riuscito con mio padre...

Nella sala riunioni cala il silenzio. Tutti gli occhi sono fissi sul ragazzo in armatura, che sembra perso nei propri pensieri.

-Sì, potrei. Avrò bisogno di qualche giorno. E del vostro... – deglutisce, e le parole successive escono a fatica – Potrebbe essere...utile il vostro aiuto.

 

Variante 7112

Las Vegas, Nevada

24 Agosto 1943

L’uomo riprende i sensi. Di fronte a lui ci sono una ragazza mascherata ed un Bucky dall’aria decisamente poco amichevole. Uno strano materiale simile ad una spessa ragnatela gli impedisce di muovere le braccia.

-Ben svegliato. Ti spiace farci sapere chi diavolo sei? Anche se questo è un hotel, nessuno ti ha invitato – lo accoglie Bucky.

-A dire la verità, se la ragazza si fa chiamare Spider-Girl, sono qui perché ho ricevuto il suo messaggio – rivela l’uomo.

Spider-Girl gli si avvicina, studiandone i lineamenti. In effetti, con qualche anno in più e senza quel pizzetto, potrebbe essere il sosia del...

-Dottor Richards? Reed?

-Ha ragione per metà, signorina. Sono il dottor Nathaniel Richards, ma Reed è il nome di mio figlio. Dato che ha solamente tre anni, suppongo che lei lo abbia incontrato nel mio futuro.

-Un secondo, un secondo...se ha una macchina del tempo, perché è arrivato oggi invece di una settimana fa? Il messaggio era piuttosto preciso – nota Bucky.

-Non che io debba spiegare le mie motivazioni a dei perfetti sconosciuti, ma visto che non riesco a liberarmi da solo...la lettera che avete inviato è stata ricevuta dal signor Baxter all’inizio dei lavori per la costruzione del suo nuovo palazzo. E dato che io ero l’unico Dottor Richards che conoscesse, mi ha informato del suo contenuto.

-Grande; così nel futuro avete le macchine del tempo, ma il servizio postale è un disastro – commenta Bucky.

-In ogni caso, non potevo essere certo che il messaggio non fosse una trappola. Viaggio nel tempo da poco, e non posso fidarmi di niente e nessuno...così ho ispezionato la zona una settimana prima del giorno fissato per l’appuntamento, ed una settimana dopo...che sarebbe oggi.

-Mio padre mi diceva sempre di evitare di viaggiare nel tempo; ora capisco perché – nota Spider-Girl.

-Dovete avere delle interessanti riunioni di famiglia – scherza Bucky.

 

Variante 13118

Isola dei Mostri, Triangolo delle Bermuda

Carol Danvers e Persuasion siedono all’ombra della grande macchina ideata da Kristoff, mentre gli altri Exiles ed i Vendicatori completano i lavori.

Gli ultimi due giorni sono sembrati lunghissimi. I Vendicatori non si fidano particolarmente degli Exiles, e questi ultimi si conoscono a malapena l’un l’altro.

Carol avrebbe voluto parlare un po’ con Capitan Marvel, l’unico tra i presenti a provenire dalla sua stessa linea temporale; lo può vedere di persona per la prima volta da diversi anni.

Ora che la loro connessione telepatica non funziona più, Carol si sente sola. Per anni ha sempre avuto a disposizione un amico con cui parlare, e trovarsi improvvisamente in terre sconosciute senza una voce amica è difficile. Purtroppo Mar-Vell è praticamente l’unico tra i presenti ad avere la preparazione tecnica necessaria per portare a termine certe fasi del lavoro: tra i Kree, certe nozioni tecniche che i terrestri devono ancora scoprire sono insegnate alle elementari.

Kristoff si avvicina alle due donne, dando ordini come gli è familiare.

-Persuasion, vieni con me. Capitan America vuole definire l’esatto comando da impartire agli atlantidei.

-Quindi avete completato la macchina? – chiede la ragazza porpora.

-Naturalmente. I Vendicatori si occuperanno del trasporto in acque atlantidee; tuttavia, dobbiamo assicurarci che le forze di terra non intervengano durante il nostro assalto...gli Exiles si occuperanno del reclutamento di un importante alleato.

-Bene, non vedevo l’ora di fare qualcosa. Quando partiamo? – chiede Carol.

-Lei non andrà da nessuna parte, miss Danvers. Ho assegnato la missione al capitano Vell e alla Valchiria, che hanno esperienza diplomatica, e a Sharon Ventura che nella nostra realtà conosce bene i nostri nuovi alleati...gli Inumani.

-Ed io non avrei “esperienza diplomatica”, secondo te? Quando ero nell’Air Force...

-Non sono sicuro di potermi fidare degli Inumani di questa linea temporale: nel caso si renda necessaria una ritirata strategica, Capitan Marvel non dovrà fare altro che battere le Nega-Bande e si scambierà di posto con te. Mentre l’altra Miss Marvel sta guarendo da una ferita, e non voglio metterla in campo finché non sarà indispensabile. Ora, se vuole scusarmi, ho cose più importanti dell’ego di una donna di cui occuparmi.

Kristoff si avvolge nel proprio mantello e si allontana; Carol ingoia una lunga serie di insulti, ma purtroppo deve riconoscere che la strategia è accettabile...molto più dell’atteggiamento di quel dittatore in miniatura.

Thor si carica sulle spalle il gran macchinario a forma di diamante, e ben presto la caverna si svuota lasciando solo Carol Danvers...ed un’altra Carol Danvers, con il costume di Miss Marvel.

 

Le due donne si siedono una di fianco all’altra, sospirando all’unisono. Si accorgono del curioso coordinamento quando si guardano negli occhi, distogliendo lo sguardo poco dopo.

Miss Marvel tiene una gamba distesa: nonostante il suo metabolismo accelerato, la frattura impiegherà ancora un po’ di tempo per guarire. E la sua attività degli ultimi giorni non l’ha certo aiutata.

-Bel costume – rompe il ghiaccio Carol.

-Grazie. Quindi...

-Quindi...

Diversi secondi di silenzio. Non è semplice iniziare una conversazione con se stessi.

-Non è che copra molto, comunque – continua Carol.

-Cosa?

-Voglio dire, siamo in una caverna. Non hai freddo?

-Dovrebbe fare molto più freddo di così per infastidirmi. Avresti dovuto vedere il mio vecchio costume...

-Ah. Scollatura?

-Ombelico scoperto.

-Oddio. Non riesco ad immaginarmi a volare in giro con una cosa del genere. Senza offesa.

-Figurati. Potresti permettertelo, comunque; a quanto vedo ti tieni in forma.

-Per favore. Non immaginarti come starei con un costume. La situazione è già abbastanza imbarazzante così com’è.

-Imbarazzante?

-Dai, ho visto come guardavi Marv. Te lo stavi mangiando con gli occhi.

-Non è vero!

-Guarda che non c’è problema. Anche tra me e lui poteva nascere qualcosa, sai, ma quando siamo stati legati a livello molecolare...è difficile iniziare una relazione quando sei intrappolata in un’altra dimensione e puoi vedere attraverso gli occhi dell’altro. Non che non ci sia dell’attrazione, lo ammetto, ma ormai Marv è come un fratello gemello.

-Possiamo cambiare argomento?

-Come no. Vai avanti tu.

Silenzio. Tutte e due le donne si schiariscono la voce, fingendo di trovare incredibilmente interessanti i sassi all’interno della caverna. Altro silenzio.

-Seriamente, Mar-Vell è acqua passata per me – ricomincia Miss Marvel.

-Come dici tu. C’è un Mister Marvel, da dove vieni?

-In effetti...no, non dovremmo parlarne. Quando tornerai alla tua linea temporale d’origine...

-Da dove vengo io, gli Shi’ar hanno distrutto New York ed ucciso praticamente tutti quelli che conoscevo. Dubito potrai rovinare le cose con dei pettegolezzi.

-Mi dispiace...io non...Scusa. Solo perché tu non hai mai perso Mar-Vell, non significa che...

-Ho capito, ho capito. Tranquilla, ho un’opinione abbastanza alta su me stessa da non giudicarti male. Avanti spara, chi è il fortunato?

-Il Cavaliere Nero.

-Ha! No, sul serio.

-Ci siamo sposati sei mesi fa. Un po’ di meno o un po’ di più, ora che ci penso, se contiamo tutti i viaggi temporali dei Difensori.

-No, aspetta. Ti sei sposata con il Cavaliere Nero, e stai nei Difensori? Dimmi che stai scherzando! Cos’è, non c’era nessun altro super-eroe scapolo?

-E questo cosa vorrebbe dire!?

-Niente, niente, è solo che...il Cavaliere Nero? Accidenti...

La bizzarra conversazione è interrotta da una potentissima scossa, che fa vibrare l’intera isola. Il macchinario di Kristoff barcolla pericolosamente, rischiando di schiacciare Carol...ma non prima che Miss Marvel lo fermi con una mano sola.

-Tutto a posto? – chiede l’eroina.

-Anche per un posto del genere, quello non era normale – risponde Carol – Proprio ora che i Vendicatori sono partiti? Coincidenza strana...dovremmo controllare.

-Stavo pensando la stessa cosa – risponde Miss Marvel, prendendo in braccio la propria controparte e volando verso l’uscita.

Se c’è una sensazione ancora più sconcertante dell’incontrare una persona identica a se stessi è starle così vicino, ma con sollievo di entrambe il tragitto è breve.

Una volta fuori, non hanno molto di cui rallegrarsi: le truppe armate di Atlantide stanno salendo in superficie. Le principesse Fen e Namorita stanno combattendo gli unici due grandi mostri dell’isola a non essere stati stesi da Hulk.

-Tuo marito ci farebbe comodo, adesso – commenta Carol.

 

Variante 7112

Las Vegas, Nevada

24 Agosto 1943

Bucky ha ascoltato il riassunto di Spider-Girl per l’ultima ora, durante la quale la sua ragnatela ha cominciato a sciogliersi; il dottor Richards è ora in piedi, armeggiando con qualcosa che May ha chiamato “palmare”.

Bucky è stato presente a parte degli avvenimenti che sta raccontando, eppure fatica a credere che sia veramente successo. Così come fatica a credere che May potrebbe tornare al futuro, dove non si incontrerebbero più. Non sarebbe la prima volta in cui si lascia una ragazza alle spalle, anche se è successo meno volte di quante si sia vantato, ma dopo ciò che ha rischiato per aiutarla sembra tutto così irreale.

-...ed abbiamo inviato una lettera al dottor Richards, dopodiché sa tutto. Quindi, in definitiva: può aiutarmi a tornare a casa?

-Una storia affascinante, Spider-Girl. Da quello che ho capito, però, parte degli eventi che sono successi durante la Seconda Guerra Mondiale...l’arrivo di Galactus, l’omicidio di Hitler, l’ascesa di Zemo...non erano avvenute nella sua linea temporale?

-No, ma sono sicura che non abbiamo causato noi l’arrivo di Galactus. Anzi, credo che gli Exiles siano stati mandati qui proprio perché era l’unica linea temporale in cui Galactus è arrivato sulla Terra così presto.

-Allora c’è un problema: se io la portassi nel futuro, sarebbe il futuro di questa linea temporale. Non della sua.

-Sì lo so, ho visto anch’io “Ritorno al futuro”. Però speravo che lei potesse, non lo so, scoprire da quale realtà provengo io e...

-Non so di quale tecnologia disporrà mio figlio nel futuro, Spider-Girl, ma quello che mi chiedi va ben oltre le mie possibilità. Tuttavia, lei ha detto che questi “Exiles” avevano un proprio dispositivo di viaggio temporale? Che potrebbe averli riportati a casa.

-Sì, potrebbe darsi. E allora?

-Allora...se io conoscessi l’esatta frequenza temporale emessa dal loro dispositivo, potrei adattare la mia macchina del tempo per mandarla nella stessa realtà.

-Sta cominciando a venirmi il mal di testa con tutti questi discorsi – ammette Bucky – Può fare qualcosa oppure no?

-Glielo dirò tra dieci secondi.

Il dottor Richards preme un pulsante sul palmare, ed una piattaforma di luce si solleva dal pavimento facendolo scomparire in meno di due secondi. Tutto è successo troppo rapidamente perché Bucky potesse fermarlo, mentre Spider-Girl non si è nemmeno mossa.

-Dov’è finito?

Pochi secondi dopo la domanda, una piattaforma di luce appare a mezz’aria; scende rapidamente, rivelando la forma di Nathaniel Richards. Ora non indossa più gli abiti civili di prima, ma una sorta di corazza futuribile.

-Salve. Sono stati dieci secondi? All’epoca non avevo ancora recuperato tecnologia dal 23esimo secolo e potrei essere stato impreciso.

-Puoi farmi tornare a casa o no? – insiste Spider-Girl.

 

Variante 13118

Isola dei Mostri, Triangolo delle Bermuda

Per quanto le suoni strano ammetterlo, Carol Danvers non può fare altro che ammirare la propria controparte con super-poteri: anche dopo essersi trovata di fronte Hulk in persona, Miss Marvel non esita un istante prima di passare all’azione.

Rilascia una scarica energetica proprio in faccia al mostro di giada. Alla massima potenza, avrebbe vaporizzato la testa di un essere umano.

-Capelli gialli ha fatto male ad Hulk! Ora Hulk spacca capelli gialli! – è la risposta del bruto, che sferrando un pugno devastante scaglia Miss Marvel dall’altro lato dell’isola...passando attraverso diversi metri di roccia solida.

Anche se l’istinto le suggerirebbe di darsela a gambe levate, Carol alza le braccia e si avvicina molto lentamente ad Hulk. Ha osservato parecchi incontri tra il mostro e Capitan Marvel, in passato, e sa come gestirlo.

-Non voglio farti del male, Hulk. So che sei il più forte che c’è.

-Uh? Hulk ha lanciato via capelli gialli. Perché un’altra capelli gialli sta parlando con Hulk?

-Perché sei qui, Hulk? Non posso credere che anche tu lavori per Namor.

-Orecchie a punta è amico di Hulk. Ha promesso che se Hulk spacca isola, umani e pelle blu lasciano stare Hulk.

-Ma io sono umana. Io non ho fatto niente ad Hulk. Perché Hulk ha attaccato capelli gialli?

-Hulk è confuso...

-Lo so, lo so. Perché Hulk non chiede aiuto ai suoi amici?

-Giusto; Hulk chiede ad occhi-di-pesce e piedi-alati – risponde Hulk, afferrando Carol con una mano e saltando verso le due principesse.

Il bruto atterra in mezzo alla guarnigione atlantidea; l’urto è sufficiente a sparpagliarne la maggior parte sulla spiaggia. Fen riesce a mantenere l’equilibrio, camminando verso Hulk brandendo la propria spada.

-Razza di idiota! Dovevi entrare nella caverna e falla crollare in testa ai traditori...ormai avranno avuto tutto il tempo necessario per fuggire!

-Perché occhi-di-pesce urla contro Hulk? Hulk non è...non è...Hulk non si sente bene...

Hulk si porta le mani alla testa, scoprendo che un casco di forza invisibile gli sta impedendo di respirare. Fen sposta la spada come per parare un colpo, e l’arma incontra qualcosa di metallico.

-Bel tentativo, Wolverine. Ma il mio udito è molto più sensibile di quello degli uomini di superficie.

-Lo sapevo anch’io, cocca. Infatti volevamo solo distrarti – risponde il mutante invisibile, mentre un raggio oculare di Ciclope colpisce la principessa alle spalle.

Carol osserva con gioia la navicella dei Vendicatori tornare rapidamente visibile, per la disperazione dei soldati atlantidei.

 

Variante 7112

Las Vegas, Nevada

24 Agosto 1943

-Puoi farmi tornare a casa o no? – insiste Spider-Girl.

-Credo di sì. Sono tornato alla Battaglia di Parigi, dopo aver modificato la piattaforma perché mi rendesse invisibile, ed ho registrato le frequenze temporali del Tallus. In realtà ne ho rilevate cinque, quindi effettivamente ogni Exile potrebbe essere stato trasportato in una linea diversa. Purtroppo, i miei strumenti non sono abbastanza sensibili per trovare quella giusta. Posso darti solo il 20% di possibilità di tornare a casa.

-Dovrò farmelo bastare – annuisce Spider-Girl.

Poi si volta a guardare Bucky. May detesta gli addii, ma non può scomparire così facilmente senza avergli prima parlato per un’ultima volta.

-Può darci un minuto, dottor Richards?

-Non sarà necessario – interviene Bucky – Dottore, in pratica sta dicendo che c’è un 80% di possibilità che Spider-Girl finisca in un luogo imprecisato, dove non conosce nessuno, e senza modo di tornare più a casa?

-In effetti è così...inoltre, secondo i miei studi c’è un campo di distorsione attorno alla Terra che interferisce con i viaggi in linee temporali parallele. Ne ho scoperto l’origine solo tornando a Parigi, e non ho dubbi che sia stata generata da Galactus. Qualsiasi viaggio in un’altra realtà potrebbe facilmente essere un viaggio a senso unico.

-Bucky, anche se ho solo una possibilità su cinque di tornare a casa, devo tentare.

-Sono d’accordo, ma non necessariamente da sola. Dottore, devo saperlo...cosa succede, nel futuro?

-Dovresti essere un po’ più specifico, figliolo.

-Al mondo. Abbiamo vinto la guerra? Abbiamo usato la bomba atomica? Che cosa succede a Capitan America?

-Gli Alleati hanno vinto nel ’47, dopo lo Sbarco in Danimarca. L’unico uso bellico di una bomba atomica è stato nell’invasione degli Uomini Rospo del ’46, e Capitan America è scomparso alla fine della guerra. Così come non si è più saputo niente di Bucky dopo la Battaglia di Parigi.

-Okay, decisamente la storia qui si è sviluppata in modo diverso – riconosce Spider-Girl – Hey, chi è il Presidente?

-Steven Rogers. E se quello che ho visto non è un futuro alternativo, lo resterà fino al settimo mandato.

-D’accordo, allora è deciso. Io parto con Spider-Girl – chiarisce Bucky.

-Ti ha dato di volta il cervello!? – si lamenta la ragazza – Non ha sentito quello che ha detto? Potresti non tornare mai più!

-Lo so. Ma sembra che le cose si siano sistemate piuttosto bene durante la mia assenza. Nella tua linea temporale ho fatto qualcosa che potrebbe fare la differenza anche qui?

-Sei...sei...sei morto durante la guerra – ammette Spider-Girl.

-Quindi qui non ho più niente da fare. E se ti lasciassi andare così, mi prenderei a calci da solo per il resto della vita.

-Solo tu riusciresti a dire una stupidaggine simile senza suonare ridicolo – sorride Spider-Girl, abbracciandolo.

-Possiamo avere un altro paio di minuti? – chiede Bucky.

-Sono un viaggiatore del tempo, non un tassista – risponde bruscamente Nathaniel Richards, attivando la piattaforma temporale.

Due secondi dopo, Bucky e Spider-Girl lasciano questa linea temporale.

 

Variante 13118

Atlantide, Sala del Trono

Namor sta ascoltando il resoconto di Krang, suo Ministro della Guerra, e non sembra minimamente contento di ciò che sta sentendo.

-Non sappiamo come le varie cellule si siano organizzate, Sua Maestà, ma le rivolte sono iniziate pressoché simultaneamente in quasi tutte le nuove regioni dell’Impero. Abbiamo già inviato dei contingenti per sedarle, ma francamente siamo a corto di truppe ormai.

-Opera di Capitan America, senza ombra di dubbio – riflette Namor – Non avrei mai dovuto liberarlo da quel blocco di ghiaccio. E pensare che gli avevo offerto di essere al comando di tutte le terre emerse...non importa. Per quanto gli abitanti di superficie possano volerlo, non hanno i mezzi per ribellarsi.

-Sono d’accordo, Sua Maestà, gli abitanti di superficie hanno a propria disposizione pochissime armi ed ancora meno super-esseri: la nostra superiorità è innegabile. Tuttavia...c’è un problema.

-So già che la tua proposta non mi piacerà, Krang, ma continua.

-Ecco...dietro suo ordine abbiamo studiato la storia di superficie, Sua Maestà, e riteniamo che Capitan America voglia dare inizio ad una guerriglia planetaria. Che vinceremmo, certo, ma dopo un lungo attrito e disperdendo le nostre forze per anni, forse decenni. Il costo in vite atlantidee ed umane potrebbe essere altissimo.

-Che cosa proponi, dunque?

-Una punizione esemplare, Sua Maestà. La distruzione totale di una delle città chiave per la ribellione, New York per esempio. Dimostreremo che l’Impero di Atlantide non ha alcuna pietà per i traditori, e...

-E Capitan America non dovrebbe più fare tanta fatica per dipingersi come tiranni oppressori. No, Krang, nonostante quello che pensa il Capitano non è questo quello che sono e sotto il mio regno non vi saranno stragi inutili.

Le porte della sala del trono si aprono improvvisamente, spalancate dalla forza sovrumana di Namorita. La ragazza si avvicina in silenzio, seguita da Fen.

-Cugina, figlia. Già di ritorno dalla vostra missione?

A rispondere è Namorita, lo sguardo fisso ed innaturale quanto il suo  modo di parlare:

-Abbiamo attaccato l’Isola dei Mostri. Non c’era nessuno. Hulk è fuggito.

-Cosa? Come è possibile? Krang, avevo riposto la massima fiducia nei tuoi informatori! – protesta Namor.

-Padre...c’è qualcuno...tra noi... – rivela Fen, muovendosi con estrema fatica.

Namor è confuso dalla rivelazione, per poi capire all’improvviso: solo Destino si abbasserebbe ad usare in quel modo il sangue del suo sangue.

-Susan, se fai del male a mia figlia... – inizia a minacciare.

-Ci penso io. Fermi tutti quanti – ordina Persuasion.

 

I Vendicatori e gli Exiles tornano ad essere visibili. Gli atlantidei presenti si sono fermati, così come anche i suo i compagni di squadra...a parte Kristoff che è protetto dall’armatura, oltre a Thor e alla Valchiria. Evidentemente, anche dopo essere stato potenziato dalle macchine del ragazzo prodigio, il suo potere ha ancora dei limiti.

-Scusate. Vendicatori ed Exiles possono muoversi.

Capitan America si avvicina a Namor, parlando al tempo stesso ad un vecchio amico e al proprio peggior nemico. Il respiratore miniaturizzato ne distorce minimamente la voce, ma la serietà delle sue parole è del tutto inalterata.

-Mi dispiace si sia arrivati a tanto, Namor. Forse avevi buone intenzioni un tempo, ma niente può scusare una dittatura. Spero che, col tempo, lo capirai.

-Come “col tempo”? Credevo che questa fosse un’esecuzione – protesta la Ragazza Invisibile.

-Se lo uccidessimo, non saremmo migliori di lui – risponde Capitan America.

-Ha ucciso la mia famiglia. Se io fossi come lui, farei altrettanto – risponde Susan Storm, per poi fissare Namor negli occhi e dicendo con odio:

-Questo è per Reed, Johnny e Ben.

Nessuno tra i presenti può vedere la spada di forza invisibile, e nessuno è abbastanza veloce da impedire che tagli la testa all’Imperatore. Per qualche secondo c’è il silenzio assoluto, mentre la testa del sovrano cade a terra ed il sangue si mescola con l’acqua marina.

Poi Capitan Marvel vola verso Susan, un secondo prima che Fen urli di rabbia e le salti addosso cercando di ucciderla. Un altro limite al potere di Persuasion, evidentemente.

La principessa è incredibilmente forte, ed ancora di più nel suo attuale stato rabbioso. Capitan Marvel e Miss Marvel bloccano un braccio ciascuno, ma l’ibrido atlantideo-alieno reagisce sbattendoli uno contro l’altro con una forza inaudita: il rapido spostamento d’acqua causa un’onda d’urto più che sufficiente ad abbattere le mura della sala del trono.

 

In mezzo al caos, Capitan Marvel chiude gli occhi e si concentra sulla Coscienza Cosmica. Con tutti questi combattenti, lo scontro è troppo imprevedibile per potersi basare unicamente sulla forza o sulle doti combattive. Ed ascolta cosa l’universo abbia da dire in materia.

Il crollo del palazzo, il risveglio di Namorita e la sua lotta con Thor, Persuasion che ordina l’evacuazione della città, il preoccupante distacco emotivo di Kristoff e della Ragazza Invisibile che attendono con pazienza la conclusione di questo ultimo atto...nulla di tutto ciò tocca Capitan Marvel. L’universo gli sta dicendo che non è ancora il momento di intervenire.

E così resta finché Fen non riesce a ferire al volto la Valchiria, e lanciare la propria spada verso la Ragazza Invisibile. A quel punto, l’universo si ferma.

Capitan Marvel ha poco tempo per capire che cosa l’universo voglia che lui faccia. Forse è colpa sua: ha deciso di non intervenire quando la Coscienza Cosmica lo ha avvisato dell’imminente assassinio di Namor, del resto. Questa è una guerra, ha pensato. E se anni fa avesse avuto la possibilità di fare qualcosa di simile contro il tiranno artificiale che ha oppresso il suo popolo per millenni, forse si sarebbe comportato allo stesso modo.

Ma Capitan Marvel ha capito qualcosa in anni di utilizzo della Coscienza Cosmica: l’universo ha uno strano senso dell’umorismo. Gli ha suggerito di fare qualcosa e lui non l’ha fatto, ed ora vuole la propria vendetta.

Per ferire con una simile facilità una dea come la Valchiria, la spada deve essere magica. Il campo di forza potrebbe non salvare Susan, sempre che faccia in tempo ad alzarne uno. E’ stata lanciata con troppa velocità perché Capitan Marvel riesca a fermarla, e non è nella posizione giusta per utilizzare un colpo energetico: è a diversi metri di distanza e nella linea di tiro sbagliata.

Deve pensare più in fretta dell’universo.

Capitan Marvel batte le Nega-Bande, scambiandosi di posto con Carol Danvers. Più vicino, ma la linea di tiro è ancora sbagliata: lancia quindi una scarica energetica diretta verso lo scudo di Capitan America, che la fa rimbalzare verso la spada. L’universo riprende a muoversi naturalmente.

Agli occhi degli altri, c’è stato un lampo di luce ed una scarica energetica. Susan Storm sta bene, e la spada si è conficcata nell’addome di Sharon Ventura.

Solo Capitan Marvel sa la verità: l’universo bara sempre.

 

Variante 13118

Atlantide

Miss Marvel riprende i sensi. La prima cosa che realizza è di non essere più sott’acqua, la seconda è che al suo capezzale c’è Mar-Vell.

-Quanto tempo è passato?

-Dormi da due giorni. La battaglia è stata vinta.

-Grande. Dove siamo? Sembra un ospedale, ma è così silenzioso...

-Siamo in un ospedale per abitanti di superficie, ad Atlantide. Persuasion ha ordinato l’evacuazione, siamo gli unici abitanti per il momento.

-Credevo che Thor volesse raderla al suolo.

-Infatti. Ma io e Capitan America abbiamo convinto gli altri che questa guerra è già costata troppe vite e causato troppo dolore, e che avremmo dovuto imparare dagli errori del passato invece di continuare a ripeterli.

-...

-Cosa c’è?

-Sono sposata.

Mar-Vell sembra perplesso dalla risposta di Miss Marvel, ma non ha bisogno della Coscienza Cosmica per capire che cosa stia accadendo.

-Nella tua realtà eravamo amanti, vero?

-Non proprio. Ma non ti ho mai dimenticato. Non so per quanto dovremo lavorare insieme, e dovevo dirti...che amo mio marito, non importa in quale realtà ci troviamo. E che sei uno degli uomini più straordinari che io abbia mai incontrato, e che il più grande onore della mia vita è stato conoscerti.

-Non...stai morendo, Carol. Hai solo una gamba fratturata ed una concussione. Sono venuto a prenderti perché stiamo per partire.

Carol sorride, divertita dalla sofisticata ingenuità dell’alieno. Non si era resa conto di quanto le mancasse Mar-Vell.

 

Fluttuando in un’altra stanza dell’ospedale, Miss Marvel si rende conto di quanto sia stata fortunata. Sharon Ventura è agganciata ad un respiratore, e numerose bende ne ricoprono l’addome. Gli Exile che la circondano hanno un’espressione preoccupata...tranne naturalmente Kristoff, perennemente nascosto dalla propria maschera.

-Lieto che tu sia di nuovo in forma, Miss Marvel, stiamo per partire.

-Che è successo a Sharon?

-La mostruosa Fen ha tentato di uccidere l’assassina del suo padre tiranno – spiega la Valchiria, che impugna l’arma del delitto – Capitan Marvel l’ha salvata, ma la nostra compagna d’arme è stata ferita gravemente.

-Ecco perché la sto riportando a casa con il Tallus – spiega Kristoff, attivando il dispositivo agganciato al polso e facendo un passo indietro.

-Aspetta! Non credi sia il caso di aspettare che le sue condizioni si stabilizzino, prima di lanciarla nello spaziotempo? – protesta Persuasion.

-Questo luogo è certamente poco adatto; la rispedirò alla nostra linea temporale nativa, direttamente a Wakanda: la loro medicina è quasi all’altezza di quella latveriana, e miss Ventura è molto più resistente di un normale essere umano. Inoltre, la sua utilità per il gruppo è stata dubbia.

Il Tallus emette un beep acuto, generando una distorsione temporale che fa sparire Sharon Ventura. Tutti gli Exiles condividono tre pensieri identici: la speranza che se la cavi, la preoccupazione per l’aver lasciato che Kristoff assumesse il comando, e la sua totale mancanza di compassione.

Il Tallus continua ad emettere beep ripetuti, in rapida successione.

-Come sospettavo: attingendo alle sue capacità di trasporto, ho attivato il prossimo salto. Lasceremo questa linea temporale tra...circa dieci secondi, direi.

-Bene – interviene una voce femminile.

Susan Storm ritorna ad essere visibile, pochi attimi prima del salto temporale.

-In questa realtà non c’è più niente per me.

-Stolta! – protesta Kristoff – Il Tallus può trasportare solo sei persone alla volta, e tu sei la settima! Se non riesco ad annullare il salto, rischiamo di...

C’è un’immensa esplosione di luce, e gli Exiles lasciano questa dimensione in una città deserta.

 

CONTINUA !

 

Nel prossimo numero: la conclusione di “Esiliati”, con il futuro non ufficiale dell’universo Marvel IT.